MASCHIO ANGIOINO - LA LEGGENDA DEL COCCODRILLO



MASCHIO ANGIOINO - LA LEGGENDA DEL COCCODRILLO

"Uno dei monumenti simbolo della città di Napoli è il Maschio Angioino– o Castel Nuovo – uno tra i Castelli più antichi della città, di carattere medievale e rinascimentale. Il Maschio Angioino è noto anche per alcune storie che lo riguardano, come la leggenda del coccodrillo, una delle più celebri leggende napoletane. Il Castello è dotato di alcune prigioni collocate nei suoi sotterranei: tra queste la “prigione della congiura dei Baroni” e la “fossa del miglio” che inizialmente era usata come deposito del grano. Qui venivano rinchiusi i prigionieri, tra cui anche il celebre filosofo Tommaso Campanella, ed è da allora che la fosse del miglio prese il nome di “fossa del coccodrillo”. Era una fossa sottoposta al livello del mare, oscura, umida, nella quale si portavano i prigionieri da punire rigidamente; ad un tratto si cominciò a notare che i prigionieri sparivano e, pensando fuggissero, fu riposta una stretta vigilanza finché un giorno si vide, da un buco celato della fossa, introdursi un coccodrillo che con le fauci afferrava per le gambe il prigioniero e lo trascinava in mare per divorarlo. Questo coccodrillo, secondo la leggenda, fu portato a Napoli dall’Egitto, dalla Regina Giovanna II che sposò Giacomo di Borbone e che gli dava in pasto i suoi amanti per non farsi scoprire dal marito. Un’altra versione della leggenda vuole invece che il coccodrillo fu portato da Ferrante d’Aragona, re di Napoli dal 1458 al 1494, che gli diede in pasto numerosi Baroni protagonisti d’una congiura ai suoi danni, per poi disfarsi dell’animale e cancellare tutte le tracce del delitto gettandogli in pasto una coscia di cavallo che lo fece soffocare."

One of the symbolic monuments of the city of Naples is the Maschio Angioino – or Castel Nuovo – one of the oldest castles in the city, of a medieval and Renaissance nature. The Maschio Angioino is also known for some stories concerning it, such as the legend of the crocodile, one of the most famous Neapolitan legends. The Castle has some prisons located in its basement: among these the "prison of the conspiracy of the Barons" and the "fossa del mille" which was initially used as a grain warehouse. Here the prisoners were locked up, including the famous philosopher Tommaso Campanella, and it is from then that the millet pit took the name of "crocodile pit". It was a ditch below sea level, dark, humid, where prisoners were brought to be severely punished; suddenly it began to be noticed that the prisoners disappeared and, thinking they were fleeing, a close vigilance was placed until one day a crocodile was seen entering from a hidden hole in the pit and with its jaws grabbed the prisoner by the legs and dragged him into the sea to devour it. This crocodile, according to legend, was brought to Naples from Egypt by Queen Giovanna II who married Giacomo di Borbone and who fed him her lovers so as not to be discovered by her husband. Another version of the legend instead has it that the crocodile was brought by Ferrante of Aragon, king of Naples from 1458 to 1494, who fed it to numerous Barons who were the protagonists of a conspiracy against him, to then get rid of the animal and erase all traces of the crime by throwing him a leg of horse that made him suffocate.



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