Maggio 1586. Napoli era dominata dal governo spagnolo, quando nella Chiesa di San Domenico Maggiore fu celebrato il matrimonio tra Carlo Gesualdo, principe di Venosa, e sua cugina, Maria d’Avalos d’Aragona. Era allora consuetudine dell’alta nobiltà il matrimonio tra consanguinei per aumentare le ricchezze piuttosto che disperdere il patrimonio familiare. Dopo pochi anni il principe Carlo tornò alla sua antica passione, la musica: infatti era conosciuto e stimato in tutta la corte spagnola anche per essere un illustre compositore di musica sacra. Lontano però dalla raffinatezza della musica che produceva, nella vita matrimoniale era un uomo rozzo, ossessivo e prepotente. Delusa dall’uomo, Maria accettò il corteggiamento di Fabrizio Carafa, duca d’Andria e conte di Ruvo, conosciuto durante una festa. Fu subito amore tra i due e riuscirono ebbero un’appassionata relazione per due anni, decidendo che se la gente fosse venuta a conoscenza dei loro incontri sarebbero morti per il loro amore. Don Carlo, sospettoso, tese loro una trappola annunciando che stava partendo per una spedizione notturna di caccia ma quella sera scoprì la coppia spalancando la porta della camera da letto di Donna Maria. Ordinò ai suoi sicari di ucciderli entrambi, mente lui aspettava nella stanza accanto, e dispose che il giorno seguente i loro corpi nudi fossero esposti al pubblico. Il giorno dopo tutta la città accorse a vedere lo scempio. Sembra che l’urlo agghiacciante della splendida e sfortunata Maria ancora riecheggi nella centralissima piazza San Domenico, tra l’obelisco ed il celebre Palazzo di Sangro dei Principi di Sansevero. Nel 1889 crollò l’ala del palazzo dove avvenne il delitto: sol così lo spirito errante di Maria avrebbe trovato un pò di pace. Ma nelle notti di luna piena pare che sia ancora possibile notare un’evanescente figura femminile che, in vesti succinte e con capelli mossi dalla brezza, si aggirerebbe dolente alla ricerca del suo amante Fabrizio.
May 1586. Naples was dominated by the Spanish government, when the marriage between Carlo Gesualdo, prince of Venosa, and his cousin, Maria d'Avalos d'Aragona was celebrated in the Church of San Domenico Maggiore. It was then the custom of the high nobility to marry blood relatives to increase wealth rather than disperse the family fortune. After a few years, Prince Charles returned to his old passion, music: in fact he was known and esteemed throughout the Spanish court also for being an illustrious composer of sacred music. However, far from the refinement of the music he produced, in married life he was a rough, obsessive and overbearing man. Disappointed by the man, Maria accepted the courtship of Fabrizio Carafa, Duke of Andria and Count of Ruvo, met during a party. It was immediately love between the two and they managed to have a passionate relationship for two years, deciding that if people became aware of their meetings they would die for their love. Don Carlo, suspicious, set a trap for them by announcing that he was leaving on a nocturnal hunting expedition but that evening he discovered the couple by throwing open Donna Maria's bedroom door. He ordered his assassins to kill them both while he waited in the next room, and arranged for their naked bodies to be displayed to the public the following day. The next day the whole city came to see the massacre. It seems that the chilling scream of the splendid and unfortunate Maria still echoes in the central Piazza San Domenico, between the obelisk and the famous Palazzo di Sangro dei Principi di Sansevero. In 1889 the wing of the building where the crime took place collapsed: only in this way would Maria's wandering spirit find some peace. But on nights with a full moon it seems that it is still possible to notice an evanescent female figure who, in skimpy clothes and with hair blowing in the breeze, would wander around mournfully in search of her lover Fabrizio.
|